Regioni chiedono un anno di grazia per spendere i fondi di coesione
Regioni chiedono un anno di grazia per spendere i fondi di coesione

Regioni chiedono un anno di grazia per spendere i fondi di coesione

Fondi di coesione, spesa in tilt: le Regioni chiedono più tempo

Il documento, presentato al governo, propone una revisione del cronoprogramma degli Accordi di Programmazione (AP) che prevedono un investimento complessivo di 30 miliardi di euro nei Fondi di Coesione (FSC) per il triennio 2021‑2027. L’obiettivo è rendere più flessibile la gestione dei tempi di spesa, riducendo le sanzioni per i ritardi e concedendo un periodo di grazia di 12 mesi a ciascuna Regione.

Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, entro la fine del 2023 le Regioni italiane hanno speso solo il 60 % dei fondi assegnati, mentre l’obbligo europeo richiede di spendere almeno il 70 % entro 10 anni. Il ritardo nella realizzazione di progetti, spesso dovuto a lunghi tempi di autorizzazione e a difficoltà amministrative, ha portato a una situazione di “spesa in tilt”, con il rischio di perdere parte dei fondi se non vengono rispettati i termini previsti.

Regioni chiedono un anno di grazia per spendere i fondi di coesione

Il nuovo testo propone le seguenti modifiche:

  • Estensione dei termini di spesa: ogni Regione può aggiungere un anno di tempo per completare i progetti, mantenendo la stessa quota di spesa complessiva.
  • Riduzione delle sanzioni: la penalità per ogni mese di ritardo passa dal 0,5 % al 0,25 % del valore residuo del progetto.
  • Meccanismo di monitoraggio semplificato: viene introdotto un sistema di report mensili più flessibile, con la possibilità di presentare giustificazioni dettagliate per i ritardi.
  • Supporto amministrativo: il governo si impegna a fornire un servizio di assistenza tecnica alle Regioni per accelerare le procedure di autorizzazione.

Le Regioni hanno sottolineato che la proposta non comporta un aumento delle spese totali, ma solo una gestione più realistica dei tempi. Il documento è stato inviato al Ministro dell’Economia e delle Finanze e al Presidente del Consiglio, che dovrà valutare l’adozione delle modifiche entro il 30 marzo 2025.

La Commissione Europea, che vigila sull’utilizzo dei fondi di coesione, ha espresso la necessità di garantire che le modifiche proposte rispettino i principi di trasparenza, efficacia e sostenibilità, evitando che la flessibilità concessa si trasformi in una perdita di fondi per l’Unione.

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